Videoproiezione presentanta dal fotografo e viaggiatore Stefano Pensotti. Verrano proposte delle splendide immagini sul Tibet Orientale, di cui Stefano Pensotti è un vero esperto. E' stato uno dei primi fotografi italiani che si è avventurato in Kham e Ando. Il suo primo servizio sul Tibet Orientale pubblicato risale al Maggio 2002 (Io Donna - Corriere della Sera). Il numero di Oasis del Gennaio 2012, propone alcune delle foto che verrano proiettate durante la serata. Un
labirinto di valli e catene montuose intersecate da profonde gole
alpine caratterizza il Tibet più ricco, più abitato e meno conosciuto: è
il Tibet orientale, ricco di tradizioni, abitato da genti nomadi e
guerriere, il Tibet dimenticato di Kham, un territorio vasto, un quarto
di tutto il Tibet storico, sconfinate praterie solcate dai nomadi
tribali di etnia tibetana, cancellato dalle carte geografiche dopo
l’occupazione cinese del Tibet iniziata nel 1950. Da allora quelle terre
poco esplorate divennero off limits per gli occidentali, Kham, Amdo e
Gyarong divennero parte delle province cinesi di Sichuan, Yunnan, Quing
Hai e Gansue, e fino al 1976 i guerrieri Khampa si opposero
all’occupazione cinese, poi dovettero soccombere. Anni prima erano state
rese famose dagli scritti dei pochi viaggiatori che attraversavano
quelle terre per avventura, per passione della scienza, per conoscere un
mondo che agli inizi del secolo scorso l’occidente considerava
inesplorato e misterioso. Fra queste valli è stata scritta l’ultima
gloriosa pagina dell’impero tibetano quando i bellicosi e indomiti
Khampa e nGolok considerati feroci predoni, gli Amdowa allevatori di yak
ed ovini, si opposero strenuamente all’esercito cinese. I quattro
grandi fiumi del Kham, nascono tutti da questa parte dell’altopiano
tibetano: Salween, Mekong, Yangtse e Yalong. Oltre al corrugato rilievo
montuoso, la maggior caratteristica del Tibet orientale sono i pascoli,
praterie di alta quota occupati da nomadi dediti alla pastorizia. Da
queste distese poste a settentrione ed ad ovest e dalle montagne che le
separano scorrono i grandi fiumi che si avviano in direzione sud-est
verso le pianure attraverso immense gole aprendosi un passaggio fra
depositi di arenaria o di calcare. Ad oriente del Kham è il Gyarong
solcato dalle gole formate da Ser chu, Do chu e Mar chu. Questa parte
del mondo sembra aver incoraggiato descrizioni esagerate e creato
fantastici miti attorno ai Drokpa, i nomadi dell’altopiano. Alexandra
David Neel, che percorse queste terre nei primi decenni del ventesimo
secolo, fu la prima occidentale a darne notizia dopo le sue mirabolanti
avventure, con i sui libri, che ancora oggi sono classici della
letteratura di viaggio e preziosi testi sulla religione Buddista.
Parigina raffinata ed indomita si avventura nel Tibet orientale per
tentare di raggiungere i grandi templi di Lhasa, la città proibita: vi
arriverà, primo civile a riuscirvi, nel 1924. La David-Neel attraversa
il Tibet Orientale assolutamente sconosciuto agli occidentali, luoghi
che resteranno ignoti sino ad oggi. È il favoloso paese dei temibili
nGolok, i briganti gentiluomini come li descriverà in un suo celebre
libro, che vivevano di rapina ai danni delle carovane per Lhasa. Pochi
altri ebbero l’ardire di attraversare queste terre, come Przhevalsky,
Roberovsky, Brooke, Dolan, Rock e ultimo Clarck. Dopo la spedizione di
Clark negli anni ’40 e fino al 1997, il regime comunista non permise ad
alcun occidentale di visitare il tibet orientale, neppure per motivi di
studio. Qui la presenza cinese è meno invadente, si ha la possibilità di
vedere e sentire un’atmosfera permeata dalla cultura tibetana. I paesi,
i luoghi di culto, la vita quotidiana, tutto riflette antiche usanze e
tradizioni che altrove non hanno retto sotto l’influsso omologante della
cultura occidentale. Si visitano importanti luoghi di culto buddista,
delle sette Sakya, Kalugpa, Nyingmapa e Bon Po. Contrariamente alla
regione autonoma del Tibet dove sono state quasi totalmente abbattute,
qui si incontrano le grandi architetture religiose come il Minyak
Chakdra Chortena con il suo candido stupa che si innalza al cielo per
più di 25 metri, la singolarità dei chorten di preghiere. Si
attraversano paesaggi stupendi, dagli ambienti caratterizzati da foreste
alpine agli sconfinati pascoli dell’altopiano. Un Tibet etnico dove
sull’altopiano si incontrano le feste d’estate dei nomadi Khampa con le
loro tende nere e le mandrie di yak, a volte poche famiglie in alcuni
casi centinaia di famiglie Khampa che per una settimana si riuniscono
per fare festa. Abiti e gioielli stupendi, danze e musiche tradizionali,
un’occasione per piccoli commerci. Stefano Pensotti è nato nel 1959 tra le montagne della Valsassina e si occupa di fotografia da più di 30 anni con esperienza pluriennale di fotoreportage all'estero (Europa - Asia - Africa). Suoi servizi sono stati pubblicati da numerose riviste italiane e straniere, il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre in tutta Italia. Ha pubblicato 10 volumi fotografici, editi da diversi editori in Italia, Francia, Libia ed Inghilterra. In Francia i suoi lavori sono stati pubblicati da Geos, Arthaud, Edition du Chenè, Solar. Sue opere sono conservate nelle collezioni della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, della Fondazione Italiana per la Fotografia, dell'Archivio Fotografico Italiano di Castellana, della Galleria Melesi di Lecco. Premio Chatwin - Camminando per il mondo 2007 e Polaris Photo Contest 2009. E' rappresentato dalle agenzie fotografiche Marka di Milano e The Cover Story di Amsterdam. Di lui anno scritto Luigi Erba, Denis Curti, Roberto Mutti, Lanfranco Colombo, Gianfranco Arciero, Fausto Raschiatore. |
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