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“Burkinabè” volti e villaggi Gurunsi ed i cercatori d’oro del Burkina

Giba: quattro lettere, una parola e, per alcuni, poco significato. 

Giba è un artista. 

In tutti i sensi. Perché lo è di professione e, soprattutto, per disposizione. Nel suo curriculum c’è, infatti una lunga carriera di fotografo che lo ha spinto a documentarsi con partecipazione usi e costumi delle genti d’Africa. 

L’aspetto documentaristico, dipanatosi attraverso la collaborazione con note agenze giornalistiche milanesi (Olimpia e FarabolaPhoto), non è mai stato determinato da letture, spesso troppo fredde, di obiettivi maneggiati con tecnica ottima ma senza anima. 

Al contrario, la fotografia è stata per Giba il primo mezzo di espressione della sua partecipazione alla quotidianità africana e significativo strumento di comunicazione della sua esperienza. Oggi si potrebbe dire che i suoi primi reportage furono già strumenti di comunicazione interculturale. 

Tanto è vero che il fotografo cresce con i suoi numerosi viaggi: la sua espressività diventa pittura, diventa scultura, diventa materia artistica della più variegata, diventa tecnologia computerizzata per la rielaborazione delle immagini. Si tratta di una ricerca continua lungo le piste del deserto e le strade dell’arte. 

Artista e viaggiatore, d’altra parte, hanno in comune la curiosità e l’inquietudine che spinge sempre oltre l’orizzonte, che pone sempre la domanda di che cosa c’è dopo quell’ostacolo che preclude lo sguardo e l’immaginazione. 

Per questo il viaggio occupa un posto prioritario nella vita di Giba che ha ficcato il naso in tutto il Continente ed è sempre tornato – già questo per i luoghi delle sue peregrinazioni è un successo! – con conoscenze e sensibilità che si sono tradotte in nuove opere: immagini interpretate.  

Le opere di Giba sono presenti in diverse collezioni private italiane: (Brescia, Cremona, Pavia, Bergamo, Lecco, Como, Varese, Milano, Firenze, Roma, Siracusa). 

Presente all’Estero: (Parigi, Madrid, Barcellona, Bruxelles, Amsterdam, Londra, Toronto, New York).

Gianni proietterà immagini relative ad uno dei suoi tanti viaggi in Africa, continente che dal 1975 percorre in lungo e largo.

Immagini di volti e villaggi dei Gurunsi, una popolazione presente oggi nel Ghana settentrionale e nel Burkina Faso meridionale. le cui case-fortezze sono decorate dalle donne con bellissimi affreschi astratti, ma anche di cercatori d’oro che trovano impiego nei tanti siti di estrazione del Burkina Faso. Costretti a lavorare in condizioni disumane, rischiano di non ricevere neppure una paga se non trovano l’oro dopo mesi di fatica.


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