Non esiste Terra che non abbia Frontiere: le Terre coltivate, le Terre dell'anima, le Terre scritte o lette, raccontate o viaggiate. Non sono necessariamente dei luoghi fisici che si attraversano con il passaporto; per il viaggiatore sono le Frontiere delle vecchie abitudini da cambiare, dei paesaggi e dei visi che ti tolgono il fiato, del linguaggio diverso che vorresti comprendere. Le Frontiere sono anche luoghi dove cominciano o finiscono le storie, dove i viaggiatori si raccontano, come in un simbolico caravanserraglio al crocevia di molti sentieri, ciò che hanno visto e ciò che sognano di trovare. È un modo di vivere, sempre pronto a seguire sinuosamente i cambiamenti del territorio, quando questo cambia forma ed appartenenza. Oggi chi ha voglia di confrontarsi con le altre culture e dare qualcosa agli altri sta vivendo alla Frontiera di un mondo che deve assolutamente cambiare. Una Rivista che abbia l'impegno di portare questo nome non può non essere viva e raccontarti storie di luoghi e di persone, per provare ad affascinarti con il suo entusiasmo, come un fiume che attraversi tutte le Frontiere del conosciuto e del misterioso. Quindi una Rivista come luogo di incontro di viaggiatori, dove la Frontiera non è rappresentata dal "come" o "con chi" si viaggia nella realtà o con la fantasia, ma dall'approccio con le altre culture: quello della conoscenza, del confronto, della solidarietà. L'idea è partita infatti da persone
che, pur provenendo da esperienze personali ed associative diverse, hanno
scoperto profondi valori comuni nella concezione del viaggio, inteso non in
termini professionistici e commerciali, ma come Frontiere non nasce quindi dalla
velleitaria tentazione di competere con le numerose riviste in commercio, per
lo più prodotte con ampie disponibilità finanziarie e professionali, ma dalla
convinzione che vi sia uno spazio per una proposta |